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A Tale Of Two Brothers: La Reunion Degli Oasis
La band inglese più famosa degli ultimi trent’anni ha annunciato una ormai insperata reunion, cosa succederà adesso? E cosa dice questa mossa sul mondo della musica e su di noi?
   31 Ago 2024   |     Listening Party   |     Tancredi Pezzoni   |     permalink   |      commenti
Scommettere che un miracolo possa accadere non è mai tendenzialmente un buon investimento, i miracoli si chiamano così proprio perché il loro verificarsi ha qualcosa di straordinario e, per questo motivo, la loro incidenza percentuale è infinitesimale, ma a volte ci si azzecca.

E se il termine miracolo vi sembra esagerato, considerate che stiamo parlando di un gruppo che, all’apice della fama, è stato capace di portare regolarmente l’equivalente degli abitanti di una piccola metropoli ai loro concerti, per cui le vendite discografiche si sono sempre misurate coi multipli del milione e che è stato in grado di scrivere un paio di canzoni (cioè “Wonderwall” e “Don’t Look Back In Anger”) che sono penetrate talmente tanto nella nostra vita di tutti i giorni, da essere diventate ormai una scelta troppo ovvia e banale per chi, imbracciando una chitarra, vuole canticchiare qualcosa.


Il vero aspetto miracoloso di tutta questa faccenda, tuttavia, è proprio la riconciliazione che ha portato a questi nuovi concerti. Se chi legge non ha finora vissuto sotto una roccia, infatti, saprà sicuramente che tra le centinaia di grandi band che si sono sciolte negli anni, gli Oasis erano l’ultima dalla quale potersi aspettare una reunion: Liam e Noel Gallagher sono ormai da trent’anni l’archetipo dei fratelli che non si sopportano, e se negli anni d’oro degli Oasis hanno saputo venire a compromessi, per uscire dalla working class ed entrare direttamente nell’Olimpo del rock, una volta che le tensioni avevano lacerato definitivamente il loro rapporto, sembrava che le loro carriere fossero destinate a non incontrarsi mai più.


Quindi, assodato che chi dice di essersi aspettato questa reunion mente sapendo di mentire, come si è arrivati a questo annuncio storico? E ci sono state delle avvisaglie?

Le motivazioni reali, perchè ce n’è più di una, le sanno solo i diretti interessati e non le conosceremo mai senza loro dichiarazioni in merito. Si possono però considerare alcuni fattori: intanto il 29 Agosto è caduto il trentennale dell’ album di esordio “Definitely Maybe” e, se per i dieci anni la band era ancora insieme e per il ventennale si era sciolta da relativamente poco, questo trentesimo anniversario giunge giusto in tempo per una celebrazione che gli rende giustizia, con i fratelli Gallagher ancora in piena forma e in tour coi rispettivi progetti.

Un giusto omaggio, quindi, a un album amato da entrambi che, se ancora rimandato, avrebbe rischiato di essere soltanto una dolorosa conferma delle ferite del tempo, ferite che i Gallagher non hanno nessuna intenzione di leccarsi, puntando invece a godersi quando ancora è loro possibile, quello status di rockstar planetarie che solo suonare con gli Oasis può dar loro, e non si tratta solo di numeri.


Questione di nostalgia quindi, ma anche di soldi, attenzione però a non considerarla la causa principale; certo Noel, al contrario forse di Liam, non deve cavarsela splendidamente con una carriera solista che ultimamente non regge il confronto con quella del fratello, e specialmente dopo aver divorziato dalla moglie Sara MacDonald dopo 22 anni.
Un divorzio economicamente tragico per Noel che, secondo alcune fonti, ha ceduto alla moglie circa 20 milioni di sterline e la villa dove vivevano. Il più grande dei Gallagher, tuttavia, non è esattamente in crisi: detiene le royalties da autore di un’ampia manciata delle canzoni tra le più ascoltate al mondo e ha persino affermato di aver vissuto per un anno, dopo il divorzio, in una suite pagata 2500 sterline a notte, in attesa di lavori per la sua nuova casa.


Le ragioni, insomma, di questa improvvisa reunion sono quanto di più umano possa esserci nella vita di questo genere di star che spesso di umano hanno ben poco; se i due fratelli si sono spesso insultati pesantemente a mezzo stampa, hanno anche sempre ricordato con affetto gli anni passati insieme e hanno spesso e volentieri, soprattutto ultimamente, riconosciuto il ruolo l’uno dell’altro nel loro successo come band, con una mancanza di moderazione e di coerenza tipica solo dei fratelli che sono in grado, a tutte le età, di abbracciarsi dopo essere venuti alle mani.

E al di là delle motivazioni reali, se questa reunion avrà l’effetto di riappacificare due fratelli e riportare sul palco la più grande rock band del mondo, alla fine che importa dei come e dei perché?


Sta di fatto che tutti noi vogliamo assistere in prima fila a quello che sarà un evento epocale, tutti i siti per acquistare i biglietti sono stati letteralmente disintegrati dall’assalto di milioni di fan questa mattina, e solamente circa il 7% di coloro che ci hanno provato riuscirà a riascoltare gli Oasis finalmente di nuovo insieme; e perché sono ancora tutti qui, dopo trent’anni, pronti a tutto per vederli un’altra volta?


Semplicemente per le loro canzoni, perché hanno su di noi quell’effetto che per prime hanno avuto le canzoni dei Beatles, e che hanno poi continuato ad avere le nostre canzoni preferite di quell’incredibile filone musicale che da loro si è sviluppato: perché ci fanno sentire vivi.
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