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Il sentiero dei nidi di ragno
Un percorso di parole e musica per Italo Calvino
   18 Lug 2024   |     Redazione   |     Margot Boccia   |     permalink   |      commenti
Il sentiero dei nidi di ragno è nato da questo senso di nullatenenza assoluta.


Il Teatro Franco Parenti di Milano ospita da martedì 16 a domenica 21 luglio 2024 lo spettacolo 'll sentiero dei nidi di ragno', con in scena l’attore Stefano Annoni, accompagnato alla fisarmonica dalla musicista Katerina Haidukova e con la regia di Paolo Bignamini.

La messa in scena vuole essere un omaggio a uno tra i più grandi scrittori del Novecento: Italo Calvino. Il romanzo 'Il sentiero dei nidi di ragno' venne pubblicato nel 1947, momento cruciale per l’Italia e il mondo intero: nel 1945 si conclude la guerra di liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista. Da qui si apre il periodo del secondo dopoguerra, impregnato di speranza e disillusione di un popolo ormai allo sbaraglio. Tra il '43 e il '45 l'Italia si scinde nettamente in Centro e Nord occupato dai tedesci e Sud difeso dagli alleati americani. Intanto i reduci di guerra chiedevano ritorno in patria, mutilati, invalidi, psico-fisicamente distrutti dopo aver visto e subito tanto terrore. Nel '46 iniziarono le numerose manifestazioni di protesta per il malcontento. Nel '47 si firma il Trattato di Pace di Parigi fra Italia e Potenze alleate, si vota la nuova Costituzione e inizia un lungo periodo di duri scontri sociali con la rivoluzione comunista.
Innumerevoli sono state le conseguenze della guerra, e Calvino, in quanto ex partigiano, un anno dopo la fine della guerra, inizia con la scrittura del romanzo. Nel testo si respira un clima neorealista in cui lo scrittore cerca di raccontare la voce anonima di un'epoca, più forte delle riflessioni individuali ancora incerte di un uomo perso, che fluttua, in una condizione confusa tra la vita e la morte, tra la gioia e il dolore, tra l'amore e l'odio.
Calvino decide di farlo attraverso il racconto di una guerra vista dal basso, da chi, ancora bambino, non conosce nulla dei conflitti, non sa cosa voglia dire la parola stessa 'guerra' eppure si ritrova costretto a dovervi fare i conti, tutti i giorni, da solo e con gli altri. A partire da un gioco, da una scommessa presa un po' alla leggera, il piccolo Pin, un orfanello di 10 anni isolato dai suoi coetanei, che vive con sua sorella in un piccolo paese ligure, si ritrova a far parte di un gruppo di partigiani ribelli. Per essere accettato e far colpo sugli adulti partigiani che lo circondano, per mostrar loro la sua forza in questa società in cui molto forte è il divario uomo-bambino, forza-debolezza, decide di rubare la pistola a un soldato tedesco: inizia cosi a giocare alla guerra in mezzo ai grandi.

Stefano Annoni, unico attore in scena, dà vita alle parole del romanzo, alternandosi tra un Calvino alle prese con la rilettura delle sue pagine e la narrazione in prima e terza persona del racconto: l’uomo Calvino e il bambino Pin percorrono per la prima volta il Sentiero insieme, attraverso incontri temibili, uomini minacciosi, corpi goffi, imperfetti, all’apparenza pericolosi, con una profonda essenza di solitudine, di rabbia, di amore, di abbandono, che genera una storia forte ed emozionale. Non c’è cosa più vera che un racconto sulla vita, sulla guerra, sulla liberazione, sui soldati, sui cattivi, sul mondo, su di un sentiero nel bosco, attraverso gli occhi di un bambino, che non riesce a cogliere razionalmente cosa gli accade intorno. Eppure, quel bambino, di fronte a tanto sconcerto, rimane a bocca aperta, sorpreso: si ritroverà presto con sguardo e cuore profondamente e ancora inconsciamente feriti, avvolto dal suo ingenuo stupore di fronte a tanta novità.


Ma esistono davvero i nidi di ragno? Cosa sarà mai questo sentiero? Chi è Pin per Calvino? Dove stanno andando insieme lungo questo cammino? C'è una fine? È buio? Si vede la luce? CI si perde facilmente? Si può tornrare indietro?

Per arrivare fino in fondo al vicolo, i raggi del sole devono scendere diritti rasente le pareti fredde, tenute discoste a forza d'arcate che traversano la striscia di cielo azzurro carico.



Le parole di Calvino, il corpo vivo che vibra di urgenza nell’interpretare tutti i personaggi di Stefano Annoni, l’atmosfera musicale creata da Katerina Haidakuva la regia di Paolo Bignamini, l’intera equipe, attraverso l’ingenuità, la curiosità e il coraggio di Pin, si rivelano essere, forse, l’unico modo per portare alla consapevolezza un momento tanto cruciale nella storia dell'uomo: in un mondo spietato, un bambino può guidare l’uomo verso la scoperta della vita tale che è, del mondo e delle sue meraviglie, che vengono ricoperte, colmate dai difetti, dal rancore, dalla cattiveria, dalla presunzione di chi guarda alla vita con occhi spietati e ormai spenti.



'Quando cominciai a sviluppare un racconto sul personaggio d’un ragazzetto partigiano che avevo conosciuto nelle bande, non pensavo che m’avrebbe preso più spazio degli altri. Perché si trasformò in un romanzo? Perché – compresi poi – l’identificazione tra me e il protagonista era diventata qualcosa di più complesso.'
– Italo Calvino





LOCANDINA:
Il Sentiero dei nidi di ragno
con Stefano Annoni
alla fisarmonica Katerina Haidukova
regia Paolo Bignamini
adattamento e aiuto regia Giulia Asselta
spazio scenico Michela Invernizzi
luci Alberto Comino

produzione CMC/Nidodiragno
in collaborazione con Teatro degli Incamminati e Associazione culturale LetterAltura di Verbania

Durata: 140'



- Margot Océane B.
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